anno 2023 2024      

 

La dott.ssa Giubbini ha ripercorso la storia degli archivi, come essi nacquero nell’antica Grecia e ciò che se ne può ricostruire, come nei ritrovamenti di Pompei soffermandosi poi sul loro valore giuridico e sulla dimensione artistica dei documenti conservati negli Archivi, in particolare nelle sedi storiche degli Archivi di Stato Italiani quali Venezia, Milano, Torino, Novara, Bologna, Perugia, Roma, Cagliari, Palermo fino ad arrivare a all’importante Archivio di Stato di Prato (Palazzo Datini) e soprattutto all’Archivio di Stato di Firenze, dal 1988 nel palazzo realizzato da Italo Gamberini a piazza Beccaria al posto dell’edificio polifunzionale della ex-GIL.

La dott.ssa Giubbini ha spiegato come vengono conservati i documenti, del particolare metodo di conservazione delle pergamene arrotolate negli archivi toscani e delle nuove tecniche di conservazione e restauro. Tema attuale la digitalizzazione dei documenti come peraltro si è dimostrato durante la pandemia per non interrompere gli studi. Immagini di documenti simbolici di ogni epoca, dai codici miniati fino a documenti di Leonardo e dei Medici, da Galileo fino al Settecento veneziano e alla storia del Novecento hanno condotto i presenti a riconoscere forme funzioni delle diverse tipologie di documenti.

Al termine domande dei soci Cortigiani, Spagli, Taddei Elmi, Acidini e dell’Avv. Tiezzi Maestri hanno completato la serata ampliandone l’interesse

Direttrice della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria e del Lazio, Giovanna Giubbini si è laureata in lettere a Perugia e specializzata archivista paleografo presso l’Università degli studi ‘La Sapienza’ di Roma, occupando poi incarichi negli archivi di Stato di varie parti d’Italia. Dal 2019 alla guida della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Umbria e delle Marche dall’ottobre scorso ha assunto anche quella del Lazio.

Nel campo della di archivi del Novecento si è occupata a Perugia dell’archiviazione delle carte del processo per l’omicidio del giornalista Domenico Pecorelli e a Bologna della documentazione del processo ‘Uno Bianca’.

Con oltre 35.000 accessi l’anno, il pronto soccorso di Santa Maria Nuova, il più antico ospedale d’Europa ancora funzionante nello stesso luogo da otto secoli, ha sottolineato il prof. Landini garantisce un servizio, nel centro di Firenze che ha fatto ben comprendere che il suo mantenimento, unitamente ai reparti di degenza, rappresenta un presidio irrinunciabile della città e la dimostrazione della lungimiranza dei fondatori, quei Portinari che, tra le famiglie più illustri della città, furono poi banchieri dei Medici nelle Fiandre.

A uno di loro, Tommaso, si deve l’arrivo a Firenze del Trittico di Van der Goes che rivoluzionò, ha detto Cristina Acidini, nella foto a sinistra, commentando la storia del rapporto tra l’arte e l’ospedale, la pittura dell’epoca. Collocato nella chiesa di Sant’Egidio, il Trittico è oggi agli Uffizi e, per singolare coincidenza, è stato protagonista di una conferenza al RC Wiesbaden Rheingau, di cui riferiamo tra le notizie di questo numero. A maggio l’Ospedale sarà oggetto di una visita nell’ambito della Quadrangolare.

Il prof. Landini, ha ricordato la presenza di grandi artisti a Santa Maria Nuova dove Leonardo, ad esempio, aveva lasciato testamento e deposito in denaro prima di partire per la Francia. L’attività bancaria, così confacente ai Portinari, fu dunque base del patrimonio dell’ospedale che puntò sempre a reggersi da sé, fin quando i Lorena lo resero pubblico e tale resta fino ad oggi, pur con donazioni che nel corso dei secoli non sono mai mancate dai privati.

La realizzazione di un percorso museale all’interno consente di ammirare la singolarità di questo luogo dove si salva la vita in un contesto unico al mondo.La storia di Santa Maria Nuova è legata anche alla costruzione dell’ospedale di Careggi, all’inizio del XX Secolo. Come mostra il Regolamento portato alla nostra serata dall’amico Spagli, l’ospedale era legato anche a quello detto di Bonifacio Lupi in Via San Gallo.

Nella stampa si riconoscerà la loggia oggi inglobata nella Questura di Firenze e le tre chiese che, abbattute, dettero origine, con i terreni loro adiacenti fino all’attuale Viale Lavagnini, alle vie (da sinistra) Bonifacio Lupi, Duca d’Aosta e delle Mantellate. Le case che lì si trovano, insieme a quelle di via Zara, furono costruite in gran parte tra il 1910 e il 1920 quando la vendita dei terreni garantì una cospicua parte dei fondi per edificare Careggi.

La Loggia fu invece inglobata nella Questura solo nel secondo dopoguerra, quando il campo dove giocavano i bambini del posto divenne l’edificio di oggi e la Loggia cessò di ospitare il Provveditorato agli Studi che in età marziale ne aveva occupato i locali assegnati alla Provincia

L’ospedale di Santa Maria Nuova fu anche sede della scuola di medicina di Firenze, antesignana dell’attuale università ma restò anche in epoca recente una grande scuola di infermiere (intitolata a Baetrice Portinari) guidate a lungo dalla autorevole signora Angiolini. Molte di loro venivano da quella parte di Romagna che non ha mai perso contatto con Firenze, di cui fu parte per secoli. E i Portinari erano – pare – originari di Portico di Romagna, poco sotto il Passo del Muraglione. 

Ospiti del Rotary Club Valdarno guidato dal presidente Pietro Focardi, gli amici del Firenze Est Giovanni Petrocchi in sostituzione del Presidente Fantini, Gian Luigi Giuliattini Burbui, Sandra Manetti e Giuliano Sistini.

La conviviale alla Antica Tabaccaia Resort di Terranova Bracciolini si è conclusa con la consegna del ricavato (1.200 euro) della serata teatrale del 17 dicembre scorso, in scena l’Acqua Cheta di Augusto Novelli nell’edizione della compagnia Guelfi e Ghibellini, già protagonista del nostro Teatrotary.

Intervenuto da Roma al telefono il giornalista RAI Stefano Buttafuoco, fondatore dell’associazione UNICI che ha ringraziato tutti per l'interesse e l'impegno per sostenere la ricerca e sostegno nel campo delle malattie rare.

Buttafuoco è da tempo impegnato in prima linea nel campo della disabilità e tra l’altro conduce il venerdì sera in seconda serata su RAI 3 la trasmissione “Il cacciatore di sogni”, un incontro con persone che sono andate oltre la loro diversità

E’ diventata evento distrettuale la «Festa della Bandiera» promossa fino dal 2002 a Firenze dal Rotary, in particolare dal Firenze Nord con l’amico Sandro Addario. Il Distretto 2071 ha promosso manifestazioni pubbliche contemporanee a Firenze, Carrara, Grosseto, Livorno e Siena. E’ intenzione del distretto di individuare anno dopo anno (a rotazione) altre località. A FIRENZE al Cinema La Compagnia si è tenuto il Concerto della Banda dei Vigili del Fuoco.

Le altre manifestazioni in regione hanno compreso, a CARRARA all’Accademia di Belle Arti una conferenza sulla bandiera e un momento musicale con il Circolo Amici della lirica. A GROSSETO, alla sede del IV Stormo dell’Aeronautica Militare, che quest’anno compie 100 anni, il concerto di “Vivace Orchestra Città di Grosseto” e uno “storytelling emozionale” con l’attore Giacomo Moscato. A LIVORNO, in Prefettura, appuntamento musicale con la fanfara dell’Accademia Navale e una conferenza sull’Inno nazionale «raccontato» attraverso le note. A SIENA, infine, all’Accademia Musicale Chigiana , concerto spettacolo «La Bandiera sconosciuta».

Alla vigilia delle manifestazioni in governatore Mari aveva lanciato un appello affinché “il rispetto per il decoro delle bandiere sia un dovere di tutti” promettendo che “come cittadini vogliano impegnarci a fare più attenzione ai vessilli esposti all’esterno degli edifici segnalando i casi di particolare degrado. Una bandiera strappata o lasciata all’incuria del tempo è un pessimo segnale per tutta la comunità” chiedendo agli oltre 3000 rotariani toscani di farsi promotori di attività in favore del decoro delle bandiere. Non possiamo restare spettatori inerti di fronte a inaccettabili situazioni di degrado o anche, più semplicemente, davanti a una bandiera esposta in disordine”, ha concluso Mari

Quando il Rotary decide di muoversi, come con questo progetto, è davvero difficile fermarlo. Così il Governatore Nello Mari constatando come l’idea di riempire il Teatro Verdi fosse divenuta realtà.

Sul palco il Living Coltrane Quartet (Stefano Cocco Cantini al sax, Ares Tavolazzi al basso, Piero Borri alla batteria, Francesco Maccianti al piano) con l’attrice fiorentina Daniela Morozzi impegnati nel rivivere le musiche di uno dei più grandi jazzisti del mondo. Trenta i club di tutto il Distretto 2071 hanno unito alla musica la vicinanza all’Ucraina alla quale era dedicata la raccolta fondi in un momento in cui, come ha detto l’assessore al Comune di Firenze Sara Funaro  è fondamentale dare seguito alle iniziative di solidarietà, oggi più che mai necessarie per chi soffre sotto i bombardamenti.

Destinataria della raccolta è stata la White Milk Foundation, che consegna medicinali nelle zone di guerra in Ucraina, seguendo le indicazioni delle Ambasciate di Ucraina, Polonia e Lettonia in Italia. Numerose le presenze istituzionali, insieme con personaggi dello spettacolo come Anna Safroncik, attrice italiana di origine ucraina.

La festa degli auguri è un po’ il tornante dell’annata e quando la partecipazione è corale, come è stato quest’anno, se ne può trarre un ottimo auspicio. Brevi gli interventi, simpatica l’animazione che ha visto tornare sul palco Tommaso Bellucci e il mago Kevin Donvito, impegnativa l’area enigmistica coordinata da Stefano Selleria ma soprattutto sentiti gli auguri del presidente Enrico Fantini che, messe da parte le parole, ha soprattutto condiviso in serenità la serata alla quale abbiamo visto tra gli ospiti amici di sempre e graditissimi ritorni.