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Il CONCORSO FOTOGRAFICO è legato al tema del VTE (Vocational Training Exchange) dell’annata rotariana 2020-2021, l’Acqua in tutte le sue accezioni.I temi principali sviluppati nel programma sono:

1. “Gli ecosistemi delle zone umide costiere”

2. “I Mutamenti climatici: effetti sugli ecosistemi delle zone umide costiere

3. “Le aree naturali e zone umide costiere”

4. “La didattica ambientale ed il turismo naturalistico”

5. “Tecniche di appostamento per la fotografia naturalistica nella zone umide”

 

Scadenza 10 Maggio 2021

 

di seguito il Bando di concorso , scaricabile cliccando su questo link .

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C’è un corso specifico per diffondere la conoscenza dei principali sistemi satellitari per l'osservazione della terra e il prof. Garzelli, all’Università di Siena, ne sviluppa un programma che, al di là degli argomenti più strettamente matematici (si parla anche qui di algoritmi) ha illustrato questa sera con tutto il fascino che la materia, per la sua vastità di applicazioni, può proporre anche al profano.

Guglielmo Marconi si pose per primo il problema di tenere i contatti con le navi in navigazione. Oggi è normale seguirle a distanza, come i treni e perfino ognuno di noi tramite il cellulare ma soprattutto è possibile vedere e svolgere valutazioni scientifiche un tempo affidate a ricerche sul campo, talvolta pericolose.

Dal lontano 1972, quando il primo satellite per telerilevamento (Landsat) fece la sua comparsa intorno alla terra, l'osservazione sistematica della superficie terrestre si è estesa allo studio di informazioni sulle caratteristiche dei terreni, sulla vegetazione, le coltivazioni e l'inquinamento.

I dati raccolti vengono utilizzati per vari scopi, tra cui l'individuazione delle risorse naturali e l'esecuzione della cartografia di precisione. Le osservazioni satellitari possono riguardare le terre emerse, l'atmosfera e gli oceani. Garzelli non ha mancato di guidarci anche tra i misteri della materia subito preso in parola dal nostro Stefano Selleri che ci ha inviato una foto della sua partecipazione alla serata con la classica domanda: dove sono? Per chi indovina premio a sorpresa

Il tema dello Stadio è tra i più caldi dell’attualità fiorentina, specialmente daIl tema dello Stadio è tra i più caldi dell’attualità fiorentina, specialmente da quando i dirigenti viola ne hanno ripreso il progetto di ristrutturazione discutendo anche di alternative drastiche come l’abbandono dello Stadio Artemio Franchi o la sua ricostruzione.

La realtà è che lo Stadio di Firenze(1932) è un’opera d’arte, voluta dal poeta del cemento armato, Pier LuigiNervi. Sebbene i tifosi di oggi – e con loro molti politici – preferiscanosorvolare sul tema o peggio sottovalutarne il pregio, lo Stadio, con le suescale elicoidali, la torre di Maratona, la forma a “D” (testimone di un’epoca) e il sacrario dei giovani lì orrendamente fucilati nel 1944, loStadio di Firenze non è un luogo qualunque. Snaturato nel 1990 con la eliminazione della pista di atletica e svilito da scarsa manutenzione, il Franchi potrebbe essere oggetto di ampio recupero, come Borri e Spinelli egli stessi eredi Nervi hanno chiaramente mostrato.

Questi ultimi hanno anche accennato una certa distrazione dell’intellighenzia cittadina sul tema ma tutti sappiamo di numerosi interventi, a cominciare dall’Accademia delle Arti del Disegno, diretta dalla nostra Cristina Acidini, che in una lettera aperta lo scorso anno scrisse che “la partita decisiva che Firenze sta giocando, per non lasciar andare un pezzo della sua memoria e della sua bellezza, non si svolge nello stadio Franchi, ma attorno ai tavoli dove si lavora per il suo futuro”.

Giornalisticamente importante l’intervento del sovrintendente Pessina che ha ripercorso la genesi della legge dello scorso anno che ha portato al Ministero la responsabilità su eventuali interventi. Pessina è stato felicemente colpito dalla scelta del MIBAC. Restano dunque le priorità della conservazione verso cui convergono anche i progetti e le analisi dei relatori. Discussione approfondita e pacata come giusto sia in ambiente rotariano. Cosa poi realmente accadrà resta incerto sebbene il Comune abbia avviato lavori di restauro, certamente benvenuti. Il resto lo decideranno i risultati sportivi perché poi, alla fine, di quello vive lo Stadio e finché non ci saranno…

Le guide turistiche sono una delle categorie più colpite dalla pandemia, bloccate dall’assenza di turisti e dalle chiusure dei musei. Eppure, con fantasia e creatività, molte di loro si sono inventate possibilità alternative di esercizio del proprio lavoro. Nasce così anche la passeggiata virtuale alla scoperta di Firenze e la sua storia attraverso le sue leggende e i suoi misteri, ideata da Elisa Pasqualetti, la nostra guida di stasera.

Con Ely, come si fa chiamare con familiarità, abbiamo percorso strade meno conosciute per scoprire insieme un volto diverso, curioso e insolito della nostra città. Michelangelo, guelfi e ghibellini, famiglie che si ribellano al potere e potenti che esercitano il loro potere in modi a dir poco curiosi.  Piccolo il gruppo di nostri ma attivissimo come leggerete anche dalle reazioni sulle reti sociali

Con tantissime immagini e dai bellissimi filmati che Elisa aveva realizzato appositamente per noi in questi giorni, un’ora e mezza di passeggiata (senza fare un passo) partendo da Piazza della Signoria, con il mistero dell’Importuno e le leggende legate alla incisione da parte di Michelangelo, per proseguire verso gli Uffizi e la sua porta laterale, dove si trova la cosiddetta Buca delle Suppliche.Con tantissime immagini e dai bellissimi filmati che Elisa aveva realizzato appositamente per noi in questi giorni, un’ora e mezza di passeggiata (senza fare un passo) partendo da Piazza della Signoria, con il mistero dell’Importuno e le leggende legate alla incisione da parte di Michelangelo, per proseguire verso gli Uffizi e la sua porta laterale, dove si trova la cosiddetta Buca delle Suppliche.

Dopo la storia di Francesco I dei Medici, Granduca di Toscana, e della sua misteriosa morte, abbiamo fatto una doverosa sosta in via dei Georgofili, per ricordare l'attentato del 1993 e vedere l'Olivo della pace e le opere poste a ricordo, tra cui l'opera di Roberto Barni, Passi d'oro, per proseguire poi verso la Chiesa di Santo Stefano al Ponte e via Por Santa Maria. Siamo così stati catapultati nella storia di Buondelmonte, ucciso per aver rifiutato la donna a lui promessa in sposa in un matrimonio "politico", assassinio considerato molto importante nella storia medioevale di Firenze e che avrebbe rappresentato il pretesto iniziale delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Passando per il Ponte Vecchio e sotto la sua meridiana, la più antica di Firenze, dopo aver ricordato con molte immagini la distruzione dei ponti avvenuta alla fine della seconda guerra mondiale e del perchè il Ponte Vecchio sia stato risparmiato, arriviamo in Piazza Pitti e alla storia di Luca Pitti e del suo Palazzo, che, nonostante i secoli trascorsi e il succedersi di proprietari, porta ancora il suo nome, così come lo Sdrucciolo dei Pitti, vicolo che percorriamo per tornare sui nostri passi e attraversare nuovamente l'Arno. Tramite il Ponte Santa Trinita giungiamo a Piazza Santa Trinita e ai suoi bei Palazzi risalenti ad epoche diverse, tra i quali il Palazzo Bartolini Salimbeni. Con l'aiuto del nostro Alberto, erede della antica casata, Elisa ha raccontato la storia della famiglia Bartolini Salimbeni. Narra la leggenda che per mezzo di vino miscelato a oppio, la nobile famiglia toscana riuscì a costruire la propria fortuna, facendo assopire in un banchetto tutti i rivali in affari. Da qui lo stemma con tre papaveri che riporta la frase "per non dormire". Altra piazza, altra storia: passiamo alla Loggia del Mercato Nuovo e alla fiaba del "Porcellino di Bronzo" di Hans Christian Andersen, ispirata proprio al nostro famoso Porcellino. Giungiamo quindi quasi alla fine del nostro cammino in piazza della Repubblica, con un breve accenno alla storia di questa zona che ospitava il Ghetto e il Mercato Vecchio, distrutti nella riqualificazione successiva a Firenze Capitale, e alla Colonna dell'Abbondanza, felicemente recuperata dopo anni e ricollocata nella sua sede originaria. Ultima tappa: non poteva mancare Piazza del Duomo, con la commovente storia di Ginevra degli Almieri, da riscoprire.

Nella difficile annata del Covid, il Club ha potuto realizzare risparmi consistenti a causa della sospensione delle conviviali. Il tesoriere ha quindi predisposto un preventivo rettificato dal quale è risultata la proposta del consiglio direttivo di diminuire di Euro 150,00 la quota del IV trimestre 2020-2021 (da 300 a 150 euro).

Il presidente ha anche informato della riduzione del numero dei soci (con le dimissioni di Cheng, Kraft e Matucci) e dell’attesa per l’ammissione di due nuovi soci che tuttavia avverrà solo quando saranno di nuovo possibili riunioni in presenza. Particolare dispiacere per l’uscita della dott.ssa Kraft è stato espresso con delicatezza da diversi soci, augurandole un pronto rientro nella vita attiva ed anche nel Club.

Nel dibattito sulla quota sono intervenuti Cobisi, contrario, che ha annunciato in caso di approvazione di voler comunque versare l’importo. La sua proposta è stata ritenuta scelta individuale auspicabile (Selleri e lo stesso presidente, tra gli altri) ma la maggioranza dei soci ha votato per la riduzione che è stata quindi approvata. Oltre a Cobisi, contrari Cortigiani e Conese. Si sono astenuti Azzaroli e Berti.Nel dibattito sono intervenuti Cigliana e Bertini (sulle difficoltà dell’anno e le conseguenze sull’effettivo) Fossi (sull’effettivo) Manetti, Sistini e Rogantini (su aspetti tecnici e organizzativi). Il Presidente Martini , il tesoriere Ferraro e il segretario Enrico Fantini hanno presentato la proposta, il bilancio e regolato l’assemblea, durata circa un’ora.

Non c'è una fuga di cervelli dall'Italia bensì una invasione degli italiani nel mondo perché ciascuno porta l'Italia nel cuore ovunque vada. E’ questa la sintesi dell’opinione di Paolo Fresco sulla presenza italiana nel mondo. E a 88 anni l’avv. Fresco ha la passione e il cuore che ha dimostrato sempre nel corso della vita e della sua carriera, tra le più prestigiose nell’Italia moderna, rimanendo al centro dell’attenzione per un'ora e mezzo, parlando del suo libro, dell'esperienza che ha avuto come dirigente della General Electric e poi della Fiat.Non c'è una fuga di cervelli dall'Italia bensì una invasione degli italiani nel mondo perché ciascuno porta l'Italia nel cuore ovunque vada.

E’ questa la sintesi dell’opinione di Paolo Fresco sulla presenza italiana nel mondo. E a 88 anni l’avv. Fresco ha la passione e il cuore che ha dimostrato sempre nel corso della vita e della sua carriera, tra le più prestigiose nell’Italia moderna, rimanendo al centro dell’attenzione per un'ora e mezzo, parlando del suo libro, dell'esperienza che ha avuto come dirigente della General Electric e poi della Fiat.Il libro “Mr Globalization” , autobiografia cui ha fatto spesso riferimento nella sua conversazione, ha permesso a Fresco di ricordare la sua origine milanese, la gioventù tarscorsa a gioventù a Genova dove era in classe con Paolo Villaggio con il quale rimase per sempre amico e che pare essersi ispirato a lui per il “megapresidente galattico” di fantozziana memoria.

E tra gli incontri della sua vita anche le vacanze in montagna in compagnia di Mario Draghi che sarebbe – nel ricordo di Fresco – un ottimo scalatore.Fresco è stato protagonista di feroci contrattazioni per il petrolio in Arabia Saudita, dell’acquisizione della Olivetti, delle trattative al Danieli con i Lloyd’s di Londra, di licenziamenti dolorosi e grandi rivoluzioni. Tutte vittorie che lo portano ai vertici mondiali e gli fanno guadagnare il soprannome di Mr Globalization, capace di intuire tra i primi le nuove dinamiche dell’economia internazionale. Nel 1998 Gianni Agnelli gli offrì la presidenza della Fiat durante la quale sviluppò la Maserati e la New Holland mentre conduceva aspre trattative con le banche per la ristrutturazione del gruppo. Di quel periodo, ha detto ai rotariani che lo hanno sottoposto a numerose domande, ha tratto la convinzione che “la globalizzazione non sia la panacea, che risolva tutti i problemi. E che non ne crei alcuno. Come tutti gli stravolgimenti sociali ed economici del mondo ha portato cambiamenti. Non si può però dire: non voglio il progresso perché ci sono effetti negativi. Quello che bisogna fare è introdurre misure di controllo efficaci verso gli eventuali abusi di questo progresso”.

Ma è la morte della sua amata moglie Marlene, di origini mauriziane, che gli ha fatto rafforzare l’impegno per aiutare chi soffre di Parkinson e la passione per l’arte e – non da ultimo – per Firenze. Da qui l’uomo di oggi, che scommette sulla bontà umana. Una iniezione di ottimismo.