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L'antico sogno di raggiungere la Luna, e svelarne il significato, divenne realtà mezzo secolo fa, il 20 luglio 1969. Dietro quel 'grande passo per l'umanità' non ci furono soltanto il desiderio millenario coniugato ad una scienza innovativa ma anche altre motivazioni, politiche, quelle lanciate da John Kennedy dieci anni prima, storiche, quelle di una cultura condivisa in tutto il mondo, da Luciano, il filosofo greco che vi immagina un viaggio fino all’Ariosto del senno di Orlando e più vicino a noi il Barone di Muenchausen che vi arriva a cavallo di un proiettile. Come gli astronauti, sparati dal più grande razzo della storia, il Saturno V pensato da Von Braun. In mezzo ci sono i russi e i cinesi che hanno tentato in ogni modo di superare l’America.
Il nostro viaggio è stato condotto dal prof. Massimo Mazzoni, laureato in fisica nell'indirizzo astronomico, già docente dell'Università degli Studi di Firenze, che ha tenuto i numerosi intervenuti attenti fino a tardi nella lunga calda serata che un po’ ricordava quella di 50 anni fa quando fino alle 5 di mattina rimanemmo (chi c’era) davanti alla tv a pensare alla luna.
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Preceduta da una lettera scritta a mano dal presidente forse una prima volta per il nostro club, la riunione inaugurale dell’annata ha permesso di mettere a fuoco alcuni aspetti del programma e delle attività previste per il 2019-2020. La relazione si è aperta col ricordo della “irripetibile” visita del presidente Maloney cui Selleri ha fatto più volte riferimento a cominciare dal tema della connessione che da oltre cent’anni è in realtà una delle più importanti attività rotariane, ben prima delle odierne reti sociali.
Selleri non ha mancato di ricordare il ruolo del Rotaract (presente il presidente Falaschi) e dell’Interact (con la speranza di ampliarne l’effettivo) e invitare i presentatori a incentivare le presenze dei nuovi soci. Già a fine luglio il campus internazionale dei Rotary fiorentini coinvolgerà anche i nostri ragazzi. Annunciata per il 26 settembre la visita del Governatore, sarà preceduta (il 19 settembre) dalla conferenza dll’istruttore di club Petrocchi.
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Vedere come le riprese subacquee dei droni dell’Università di Firenze abbiano potuto mappare e mostrare in 3D ciò che resta del sommergibile Scirè , affondato davanti ad Haifa durante la guerra, è davvero emozionante come la ricerca delle ancore e dei relitti nel vicino Park Oganim . E’ solo una delle numerose applicazioni che i mini – sommergibili possono trovare a servizio dell’archeologia e della ricerca in numerosi campi.
Manovrare i mezzi, tuttavia, non è semplice e così ecco i componenti la squadra dei droni partecipare al Campionato europeo di robotica subacquea e vincerlo, perché la gara aiuta ad allenarsi e a conoscere i mezzi come nessun’altra prova potrebbe consentire. C’è dunque ricerca e passione nelle parole del prof. Benedetto Allotta nostro relatore E docente di Robotica e Meccanica Applicata alle Macchine e Direttore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Firenze, questa sera e con semplicità portatore di un successo della nostra facoltà di ingegneria da molto tempo impegnata sul fronte di questi moderni ausilii alla ricerca subacquea.
Una ricerca nata ormai 25 anni fa quando dallo studio della stima della posizione dei treni si è passati agli analoghi studi con mezzi subacquei, via via inclusi in progetti regionali ed europei specialmente nel campo dei beni culturali ma anche per l’interesse della Marina USA, da dove sono partite le ricerche nel mare Mediterraneo dinanzi Israele.
Molte le curiosità suscitate nel dibattito conclusosi con la stretta di mano tra colleghi col nostro Presidente.
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In una serata bollente (verso le 23 c’erano ancora 30° C) il Firenze Est ha celebrato con sobrietà il più tradizionale degli appuntamenti, il passaggio annuale delle consegne tra il presidente uscente Fabrizio Fantini e il successore Stefano Selleri. Fantini ha ringraziato il consiglio e affidato nove PHF ad altrettanti soci tra i più attivi dell’annata: il segretario Gabriele Piscitelli i prefetti Diana e Manetti, Cigliana (in particolare legato ai premi di giornalismo) Fossi (che in risposta gli ha consegnato una lettera di gratitudine del Consiglio) Ferraro, Penco (ricordando i 100 Artigiani) Antich (con il successo del corso di mediazione) Cardinale (futura DG che ha anche rivolto un breve pensiero al Club nel segno della prossima annata) Fantini ha poi consegnato i tradizionali premi di assiduità (Targa Massimo Galletti di Sant’Ippolito) ai più presenti dell’annata Leonardo Belloni e Sara Ermini. Secondo la sua indole, sempre dialogante, Fabrizio ha colto l’occasione dei brevi scambi con i premiati per sottolineare i servizi realizzati dal Club durante l’annata,a cominciare da quello comune con i club di area a favore di Genova, delle iniziative in memoria del compianto governatore Massimiliano Tacchi e durante la visita del presidente internazionale Maloney che ha definito emozionante e unica.
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Partendo dal binomio professionalità – dedizione, comune a tutti i mestieri condotti con correttezza, il nostro socio Leonardo Tulini, titolare dell’Ottica Tulini, che prosegue nel centro di Firenze una storica attività di famiglia, ha puntato verso le peculiarità della figura dell’ottico – optometrista, cui è demandato determinare e fornire la soluzione ottica o funzionale per la protezione, il consolidamento e il miglioramento dell’efficienza visiva.
I principali servizi dell’ottico sono stati passati in rassegna con particolare attenzione ai due mondi delle lenti a contatto e degli occhiali. Tutto però deve muoversi in base alla patologia riscontrata dal Medico Oculista, alla refrazione riscontrata in fase di anamnesi e – in parte - alle esigenze soggettive (gli occhiali sono parte della moda da sempre)
Un intenso dibattito ha permesso poi di mettere a fuoco (è il caso di sottolinearlo) vari aspetti della professione di ottico e i dubbi su lenti e occhiali che ognuno inevitabilmente si porta dietro.
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L’Anno Leonardiano 2019, nel 500° della morte del grande artista e scienziato, viene celebrato a Firenze con tre mostre dedicate rispettivamente al Verrocchio, al Codice Atlantico e agli studi di botanica. In Palazzo Vecchio la selezione delle tavole del Codice Atlantico provenienti dalla biblioteca Ambrosiana di Milano sono esposte sotto la curatela della professoressa Cristina Acidini, nostra socia e preziosa guida della visita di oggi.
Le tavole sono state selezionate sulla base del lavoro che Leonardo ha fatto a Firenze. Come ha detto e – lo scorso 3 maggio scritto per Il Sole 24 Ore – la prof. Acidini “i fogli prescelti portano allo scoperto, anche solo grazie a una frase o a un segno, alcuni dei legami più duraturi di Leonardo con Firenze, dal periodo in cui requentò Andrea del Verrocchio, al secondo soggiorno in città, compresi i ricordi a distanza di persone conosciute e a cose fatte e viste a Firenze”.
Tra i punti di riferimento per Leonardo la cattedrale dove poté studiare le macchine brunelleschiane “da vicino quando assisteva il Verrocchio nel montaggio della palla in rame dorato sulla lanterna, nel 1471”. C’è anche “un foglio di studi sul volo degli uccelli, presupposto per la progettazione dell’ala meccanica e del volo umano, sperimentato o solo immaginato in quel di Fiesole” e innumerevoli “osservazioni sul comportamento dell’acqua, specialmente nei fiumi. Profondo conoscitore dell'Arno - secondo Vasari, Leonardo «fu il primo ancora che giovanetto discorresse sopra il fiume d’Arno per metterlo in canale da Pisa a Firenze» -, progettò un lungo corso artificiale alternativo a quello naturale, verso Prato, Pistoia, la Val di Nievole e il Padule di Fucecchio, per raggiungere il fiume a Vico Pisano e quindi il mare. Avrebbe migliorato la navigazione e scongiurato le alluvioni, ma trattandosi di un’opera faraonica che comportava enormi sbancamenti di terra e perfino il traforo di un monte, il Serravalle, non fu mai neppure iniziato”. Tornano così a noi i complessi rapporti con la città mai facile, anche per i geni.