Il quinto comandamento (non uccidere) viene infranto anche sulla strada. Ben 3.000 sono i morti in un anno per gli incidenti che il nostro relatore ha definito episodi di violenza stradale. Con pacatezza straordinaria il dott. Ciappi ha descritto la morte di suo figlio Matteo (1988-2015) avvenuta in seguito all’incidente del 5 settembre 2015, quando un’auto bucò a 70 all’ora il semaforo, rosso da 4 secondi, tra le vie fiorentine Lorenzo il Magnifico e Poliziano.
Dottore forestale, professionista a Cremona, attivo e promettente, Matteo muore dopo una settimana di coma. Donati gli organi. Resta una domanda: vita sprecata? No, se capiamo le ragioni di tanta violenza che causa in un anno 3.000 morti, 200.000 feriti con 15.000 persone che subiscono con danni permanenti mentre altre migliaia tra parenti, amici, colleghi… la Nazione tutta vengono privati delle potenzialità di qualcuno.
Un gravissimo impatto sociale da non sottovalutare per imparare a non uccidere sulla strada per distrazione, velocità, semafori non guardati, telefonini in primo piano ma soprattutto a causa dell’indifferenza, vero tarlo culturale che la testimonianza del dott. Ciappi e l’azione della Fondazione da lui promossa cercano di superare.
Negli ultimi anni la legge si è occupata, come ha detto il nostro Taddei Elmi, dell’introduzione del reato di omicidio stradale e al nuovo codice della strada. Basta? No, se non ci impegniamo tutti per stare attenti, per noi e per gli altri.
La nostra riunione si è svolta per la prima volta al Circolo Ufficiali dove abbiamo ricevuto una ottima accoglienza.La nostra riunione si è svolta per la prima volta al Circolo Ufficiali dove abbiamo ricevuto una ottima accoglienza.Alla riunione ha partecipato per la prima volta l’avv. Quadrini, nostro nuovo socio che riceverà il distintivo al Columbus domenica 12.
Presenti anche la presidente del RC Palermo Libertà, Mariagabriella Licari con Alfredo Roccaro. Dopo un breve indirizzo di saluto, lo scambio dei guidoncini.