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E’ un fiume in piena Mario Luzzatto Fegiz con una voglia di raccontarsi e raccontare la sua esperienza unica fatta di 2500 concerti recensiti, della grande stagione di “Per voi giovani” e di tanti Festival di Sanremo. Per tutti un giudizio. Scopriamo così della promessa di Spadolini, che lo assunse al “Corriere della Sera” nel 1971: “Tra dieci anni la manderò inviato in una capitale del mondo a sua scelta”. Purtroppo il grande fiorentino dopo otto mesi venne allontanato dalla direzione del giornale! Ma erano anni favolosi, con “Pensieri e parole” scoperta a “Per voi giovani” (Radio RAI) dopo esser stata rifiutata da Arbore.
Infine ecco la ragione del titolo del suo intervento: “i talent show li odio perché mi hanno tolto il lavoro, dice Luzzatto Fegiz”. In effetti a cosa servono i critici se sui plateau dei talent si possono esercitare nella critica i più diversi personaggi e il pubblico vota da casa? Qualcosa che tuttavia ricorda Sanremo. Anche lì, in quel teatro che chi conosce luoghi sa essere tutto sommato il (piccolo) cinema di una città famosa ma non grande, in una strada stretta che in tv pare grandissima, Luzzatto Fegiz riconosce gli schemi dei talent dove però tutto è vissuto in pochi giorni in modo frenetico e con tante incertezze e debolezze degli artisti. Ma Sanremo è anche il luogo della morte di Luigi Tenco, uno choc per una intera generazione, cui Fegiz ha dedicato un libro.
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Con l’assistenza delle significative immagini di unaccurato filmato il relatore ha spiegato origini e attualità del lavoro in foglia d’oro, tipico di Firenze e portato dall’esperienza artigianale anche a livello di industria, rivelando una qualità che i presenti hanno bene afferrato seguendo con attenzione ed animando il dibattito nel quale sono intervenuti esperti come l’amico Maselli e altri, appassionati, diremmo, come Rogantini , Fossi, Fioretto, Claudia Tinti, Tonelli.
La famiglia Manetti, d’altra parte porta avanti l’attività di Battiloro sin dal 1600. Quindici generazioni hanno prodotto e producono a Firenze la foglia d’oro vero e d’argento vero della miglior qualità, seguendo metodi e tradizioni antiche ma utilizzando strutture e tecnologie tra le più all’avanguardia nel mondo. In tutto il mondo l’oro dei Manetti risplende su importanti monumenti ed è presente nei settori dell’artigianato, dell’arte, dell’interior design ascoltando le esigenze dei clienti per applicazioni talvolta innovative che hanno incluso le esperienze uniche dell’oro alimentare.
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L’amico Enzo Cancellieri ha avvicinato il tema del Palazzo di Giustizia di Firenze, ricordandone l’ideatore, l’architetto Leonardo Ricci (1918-1994) di cui è stato allievo. Controverso edificio, sorto dopo una lunghissima gestazione, il palazzo è stato inaugurato il 23 gennaio 2012. Vi sono state trasferiti tutti gli uffici giudiziari fiorentini (Tribunale, Corte d'Appello, Procura della Repubblica) ad eccezione del Tribunale per i minorenni, che per legge deve avere sede distinta da quella del tribunale ordinario e lo scorso 12 gennaio è stato intitolato al giurista Piero Calamandrei.
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Continuando una simpatica tradizione, la riunione di oggi si è svolta al Circolo Tennis Firenze. Fondato nel 1898 per iniziativa di 30 soci fondatori, in parte fiorentini e in parte inglesi, è il quinto circolo italiano ad iscriversi all'Associazione italiana di Lawn Tennis istituita a Roma il 16 aprile 1894. Come ha detto il presidente Quagliotti ricordando l’impegno verso i giovani, il Circolo ha avuto dai settori giovanile e femminile alcune delle più grandi soddisfazioni. Anche il dott. Pennisi ha insistito sugli oltre 150 giovani oggi tra gli allievi della scuola ed entrambi sottolineato il valore del Torneo giovanile.
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Il Prof. Alessandro Ragazzoni, associato in Estimo ed Economia agraria presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Bologna è stato Presidente del Rotary Club Mirandola.
Nel suo intervento l’amico Ragazzoni ha tra l’altro parlato di “Smart Farm“, che potremmo tradurre come “fattoria intelligente” per sottolineare come applicazioni innovative all’agricoltura possono incrementare la produzione di qualità. Il progetto, ideato nella piana di Mirandola, è direttamente connesso con le tematiche sviluppate all’Expo 2015 dove è stato anche presentato e dove –il prossimo 30 settembre – il prof. Regazzoni sarà di nuovo per illustrare la gestione e valorizzazione dei reflui zootecnici e agroindustriali in vista della creazione di Smart Farm in zootecnia che vedano nell’utilizzo degli effluenti un valore aggiunto per l'azienda.
Il lato più rotariano della presenza di Alessandro è stato però un riavvicinamento che – come ha sottolineato la presidente Cardinale - dopo la divisione del grande Distretto 2070, vede il R.C. Mirandola far parte del Distretto 2072 e noi del 2071 ma mantenere un indimenticabile ricordo di quando eravamo tutti insieme per i positivi risvolti culturale e professionali nonché per l’importanza rotariana.
Abbiamo così ritrovato questa sera un ulteriore motivo di testimonianza del forte vincolo che unisce i due Distretti.
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Milanese, laureato in ingegneria meccanica al Politecnico, Giorgio Parmeggiani era arrivato a Firenze a poco più di quarant’anni, con un curriculum già straordinario, per assumere la direzione generale della ACET-SIME ed è nella nostra città che aderì al Rotary, vivendo poi tutto il resto della sua vita, accanto alla moglie Ida. E’ col pensiero a quest’uomo di successo e nello stesso tempo mite e cortese e alla sua bella famiglia che la presidente Cardinale ha ricordato in apertura dell’odierna riunione la scomparsa di Giorgio del quale ha sottolineato l’impegno rotariano.
Presidente nel 1987-88 si deve alla sua opera la creazione del percorso “100 Manager” che intraprese insieme con Romano Boretti. Dedicato ai giovani dell’ultimo anno del liceo, il progetto permetteva incontri con professionisti e dirigenti per favorire il loro orientamento universitario e lavorativo. Da quella esperienza nacque l’attuale progetto “100 Artigiani” che promuove la formazione di studenti del Liceo Artistico. Giorgio seppe dunque inserirsi a Firenze con tipica operosità lombarda e grande senso dello stare insieme. Tra i suoi ricordi più curiosi dell’incontro con la nostra città, l’attraversamento precipitoso, in macchina, proveniente da Roma, nella notte del 3-4 novembre 1966 mentre dilagava l’alluvione.