anno 2023 2024      

 

La serata, organizzata dalla presidente Manetti con la presidente della commissione DEI del Club Caluori, ha proposto l’intervento di Letizia Cini, nostra socia onoraria, che ha esposto le varie tipologie di violenza sulla rete e sulla troppa dipendenza dal mondo informatico e di Internet, fornendo i dati (preoccupanti) delle ore passate in rete da adulti, giovani e anche bimbi sempre più piccoli.

E’ passata poi inevitabilmente, visto il particolare momento, a parlare di violenza di genere, presentando poi Fiamma, una psicoterapeuta che segue casi di dipendenza psicologica e Sara, giovane madre, vittima di sudditanza e violenze domestiche fisiche ma soprattutto psicologiche da parte del compagno, del quale è riuscita dopo anni a liberarsi e a denunciare. Un racconto toccante. Ha concluso Isabella Mancini di Nosotras che ha parlato dell’aiuto che associazioni come la sua o Artemisia possono dare a ragazze in situazioni come quella di Sara tramite gli sportelli di ascolto e le case di accoglienza, purtroppo non sempre presenti uniformemente sul territorio nazionale.

Molti gli interventi e le domande. Il PDG Arrigo Rispoli ha ricordato che senza la tecnologia non saremmo dove siamo oggi paragonandone il ruolo a quello della corrente elettrica senza la quale non potremmo vivere ma che con i fili scoperti può uccidere. L’amico Spagli, tra gli altri, è intervenuto sul supporto a chi compie violenze attraverso un percorso riabilitativo.

All’inizio era intervenuta per un saluto l’Assessore per le pari opportunità Benedetta Albanese che ha ricordato gli appuntamenti della settimana che conduce alla giornata antiviolenza sulle donne del 25 novembre.

Da un’altra socia onoraria, Gaia Nanni, è venuto il filmato sul bullismo, da lei prodotto per la Regione, mostrato anche alla recente riunione distrettuale di Montecatini

 CYBERBULLISMO, BODY SHAMING, REVENGE PORN, SEXTING, GROOMING:

LA VIOLENZA CORRE SUL WEBCYBERBULLISMO

di Letizia Cini

TikTok, Youtube, Instagram, Facebook, Snapchat… I modelli che circolano in Rete e ai quali i ragazzi spesso si ispirano difficilmente sono modelli positivi. Artisti trap che istigano al mancato rispetto delle forze di polizia o delle istituzioni, o che si fanno vedere mentre inneggiano all’uso di sostanze stupefacenti o con mazzette di banconote ’facili’. Fra gli adulti è in ascesa il fenomeno dei ricatti sessuali nati in seguito a conoscenze maturate su siti di incontri o sui social; per non parlare di aggressioni verbali, vere incursioni dei leoni da tastiera nei confronti di personaggi pubblici e di normali fruitori del web, dei discorsi di odio e di tutto ciò che rende oggi violento e distruttivo l’impatto con la Rete per i ‘naviganti’.

Ormai non si parla più di online e offline ma di ‘ONLIFE’, vite sospese tra reale e virtuale. Inevitabile il grido d’allarme, che riguarda le nuove generazioni, ma non solo: tanti fatti di cronaca registrati nell’ultimo periodo dimostrano che c’è una vera e propria emergenza. Dove finisce il virtuale e inizia il ’fisico’? Non esiste più un confine netto: la rivoluzione digitale in Italia sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale, collocandosi al 18° posto tra i 27 stati membri dell’Unione Europea rispetto alla digitalizzazione dell’economia e della società.

Quindi? Stare in Rete è un diritto, ma bisogna starci in modo sicuro: i ragazzi nativi digitali sono degli ottimi piloti, ma non conoscono il motore, la meccanica i suoi ingranaggi e i suoi rischi. Vivono più di altri digitalmente e quindi rischiano più’ degli altri. Nel processo di alfabetizzazione digitale, la scuola svolge un ruolo fondamentale nell’insegnare a utilizzare i linguaggi e gli strumenti in modo adeguato e sicuro.

In questa direzione, una svolta importante per la transizione digitale del mondo della scuola è attesa con il PNRR, che prevede 2,1 miliardi di euro per finanziare il Piano Scuola 4.0 con interventi per il cablaggio, l’innovazione degli ambienti per l’apprendimento e degli strumenti digitali in tutte le scuole, oltre che 800 milioni su formazione digitale dei docenti. Oltre 3 professori delle scuole secondarie su 4 hanno più di 50 anni e hanno iniziato la loro carriera quando la rivoluzione tecnologica non era ancora all’orizzonte.

Una testimonianza del cattivo utilizzo delle moderne tecnologie emerge dal corto che abbiamo proposto, nato proprio con l’obiettivo di aiutare i giovani a difendersi dal Cyberbullismo. In circa 20 minuti le immagini racconta 3 storie di adolescenti vittime di questa forma di violenza e una positiva, di mutuo soccorso online, un salvataggio grazie alla Rete: finanziato dall’Assessorato alle politiche per la sicurezza e la legalità della Regione Toscana il video vede Gaia Nanni, anche lei socia onoraria del Rotary Firenze Est, voce narrante, capace di introdurre con parole semplici le storie, tratte dai verbali di violenze realmente subite da adolescenti, e interpretate da 4 giovani attori.

La narrazione di veri e propri reati che hanno in comune l’utilizzo della Rete in modo scorretto per realizzare violenze e abusi online.adolescenti vittime di questa forma di violenza e una positiva, di mutuo soccorso online, un salvataggio grazie alla Rete: finanziato dall’Assessorato alle politiche per la sicurezza e la legalità della Regione Toscana il video vede Gaia Nanni, anche lei socia onoraria del Rotary Firenze Est, voce narrante, capace di introdurre con parole semplici le storie, tratte dai verbali di violenze realmente subite da adolescenti, e interpretate da 4 giovani attori. La narrazione di veri e propri reati che hanno in comune l’utilizzo della Rete in modo scorretto per realizzare violenze e abusi online.

#SextingGroomingCyberbullying

CYBERBULLISMO - Tutti gli atti di tipo offensivo e prevaricatorio perpetrati attraverso l’utilizzo dei social, delle chat e in generale di Internet da un singolo o da un gruppo nei confronti di una persona

BODY SHAMING - Derisione del corpo è l’atto di deridere e/o discriminare una persona per il suo aspetto fisico, ma anche orientamento sessuale, colore della pelle, stato sociale

SEXTING - Invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet

REVENGE PORN - Caricamento di materiale sessuale esplicito per vendicarsi dopo la fine di una relazione

GROOMING - Adescamento di un minore tramite tecniche di manipolazione psicologica

GHOSTING - Chiudere una relazione di amore o amicizia sparendo dalla circolazione, senza dare spiegazioni

SHARENTING - Condivisione da parte dei genitori di dati, foto e informazioni del proprio figlio attraverso app e social media.

IL FENOMENO

Bambini che, fin da piccolissimi, usano cellulari, tv, tablet e smartphone. Ragazzi online per scambiarsi messaggi, guardare video e utilizzare i social. Eppure le competenze digitali in Italia sono ancora una chimera, soprattutto il termine di paragone è con il resto d’Europa. È la fotografia scattata dalla XIV edizione dell’Atlante dell’ infanzia a rischio in Italia, dal titolo “Tempi digitali“, diffusi da Save the Children in occasione della Giornata mondiale dell’ Infanzia e dell’Adolescenza (il 20 novembre).

In Italia il 78,3% degli 11-13enni usa internet tutti i giorni soprattutto attraverso lo smartphone. E si abbassa sempre di più l’età in cui si possiede uno smartphone, con un aumento di bambini tra i 6 e i 10 anni che usano il cellulare tutti i giorni dopo la pandemia: dal 18,4% al 30,2% tra il biennio 2018-19 e il 2021-22. Nonostante questo utilizzo diffuso del cellulare, nella mappa europea sulle competenze digitali dei 16-19enni, l’Italia si posiziona quart’ultima: i giovanissimi con scarse o nessuna competenza sono il 42%, contro una media europea del 31%.

Tra gli adolescenti cresce anche il tempo trascorso online: a inizio 2023 quasi la metà (il 47%) dei 3.400 11-19enni dichiara di passare oltre 5 ore al giorno online (era il 30% nel 2020) e il 37% controlla lo smartphone più di 10 volte al giorno.Ragazze e ragazzi sfruttano la connessione per molteplici attività, a partire dalla messaggeria istantanea, usata dal 93% dei 14-17enni. Tra le altre attività online preferite dagli adolescenti ci sono: guardare i video (84%, in crescita), frequentare i social (79%) - con Facebook in drastico declino mentre avanzano Instagram, TikTok e Snapchat - e l’uso dei videogiochi (72,4%). Nonostante le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità accolte anche in Italia dalla Società Italiana di Pediatria di non utilizzare dispositivi digitali per i bambini di età inferiore ai 2 anni, secondo una recente indagine dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia il 22,1% dei bambini di 2-5 mesi passa del tempo davanti allo schermo (tv, pc, tablet o smartphone), per la maggior parte per meno di un’ora al giorno.

I livelli di esposizione crescono con l’aumentare dell’età. Oltre 1 bambino su 6 tra 11 e 15 mesi è esposto a schermi almeno un’ora al giorno, il 3% per tre ore e più al giorno. Ma la tecnologia è un ausilio o un pericolo? Questi strumenti possono effettivamente migliorare le capacità comunicative fin dalla più tenera età (per esempio per l’apprendimento di una lingua straniera o per altre applicazioni didattiche), dall’altra possono avere effetti dannosi sullo sviluppo cognitivo e sociale dei più piccoli, che rischiano di interagire con queste macchine come se si trattasse di esseri umani, attribuendo loro caratteristiche mentali e sociali che evidentemente non hanno.

Pratiche più o meno inconsapevoli, come quello dello Sharenting (la condivisione da parte dei genitori di dati, foto e informazioni del proprio figlio attraverso app e social media), possono esporre i bambini a gravi rischi: dallo sfruttamento sessuale alla violazione della privacy e all’accesso illegale a dati potenzialmente sfruttabili in modo improprio da criminali informatici, per esempio per il furto dell’identità digitale. Rischi che possono mettere a repentaglio anche la sicurezza fisica dei minori, oltre a provocare danni emotivi, dal momento che immagini e informazioni continueranno a circolare in Rete anche quando il bambino crescerà, ma di cui i genitori sembrano non essere quasi mai consapevoli, tanto che il 73% dei minori che vive in Europa è presente online prima dei due anni di età. In caso di pentimento, far sparire le ’tracce’ dalla Rete è tutt’altro che facile. Nonostante la legge preveda che un utente possa avere accesso ai social solo dopo aver compiuto 13 anni, la realtà mostra una presenza massiccia di preadolescenti che hanno aperto un profilo indicando un’età maggiore o hanno usato quello di un adulto, spesso un genitore più o meno consapevole.

QUESTIONE DI GENERE

Spesso è proprio in Rete scattano incontri tossici, gelosie, minacce, offese nei confronti del partner, che poi sfociano in veri e propri atti persecutori anche nella vita reale. Dalle micro violenze quotidiane allo stalking, dalla violenza online alla gelosia ossessiva. Da qui un grazie a Sara per la sua testimonianza, importantissima, contando che dopodomani, sabato 25 novembre sarà la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Visti gli ultimo casi, impossibile non fare un riferimento al fenomeno. Sono 7 milioni le donne ad aver subito in Italia, almeno una volta nella vita, violenza fisica o sessuale. Solamente nell’ultimo mese e mezzo sono state uccise 15 donne, ovvero una ogni tre giorni. Sono questi alcuni dei numeri preoccupanti che emergono dall’ultimo studio dell’Unicusano pubblicato in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre 2023). Sul fronte della violenza di genere in Italia si scopre che una donna su due è stata vittima di violenza fisica (20,2%) o di violenza sessuale (21%) o di stupro (5,4%), mentre una su 5 ha subito molestie di natura sessuale (18,9%). Rispetto all’anno precedente, nel 2023 è stato registrato un aumento di casi di donne uccise all’interno delle mura domestiche (82 casi), elevando così il numero totale di chi ha perso la vita a 105. NumerI triplicati nel periodo del Covid, in cui, a fianco del virus, si è fatta strada la cosiddetta Pandemia Ombra che ha interessato il 77% delle donne europee. La percentuale di casi denunciati supera il 50% in tutti i Paesi con un incremento preoccupante in Grecia (93%), Portogallo (90%) e Italia (84%).Spesso è proprio in Rete scattano incontri tossici, gelosie, minacce, offese nei confronti del partner, che poi sfociano in veri e propri atti persecutori anche nella vita reale.

Dalle micro violenze quotidiane allo stalking, dalla violenza online alla gelosia ossessiva. Da qui un grazie a Sara per la sua testimonianza, importantissima, contando che dopodomani, sabato 25 novembre sarà la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Visti gli ultimo casi, impossibile non fare un riferimento al fenomeno. Sono 7 milioni le donne ad aver subito in Italia, almeno una volta nella vita, violenza fisica o sessuale. Solamente nell’ultimo mese e mezzo sono state uccise 15 donne, ovvero una ogni tre giorni. Sono questi alcuni dei numeri preoccupanti che emergono dall’ultimo studio dell’Unicusano pubblicato in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre 2023). Sul fronte della violenza di genere in Italia si scopre che una donna su due è stata vittima di violenza fisica (20,2%) o di violenza sessuale (21%) o di stupro (5,4%), mentre una su 5 ha subito molestie di natura sessuale (18,9%). Rispetto all’anno precedente, nel 2023 è stato registrato un aumento di casi di donne uccise all’interno delle mura domestiche (82 casi), elevando così il numero totale di chi ha perso la vita a 105. NumerI triplicati nel periodo del Covid, in cui, a fianco del virus, si è fatta strada la cosiddetta Pandemia Ombra che ha interessato il 77% delle donne europee. La percentuale di casi denunciati supera il 50% in tutti i Paesi con un incremento preoccupante in Grecia (93%), Portogallo (90%) e Italia (84%).

GENERE E SOCIAL

Tornando alla violenza nel Web, il 40,7% degli 11¬-13enni in Italia usa i social media, con una prevalenza femminile (47,1%) rispetto a quella maschile (34,5%). Il tema non riguarda però solo i social e il problema della verifica dell’età è diventato centrale per chi si occupa di attività online: bambini e adolescenti utilizzano piattaforme, tecnologie, software, algoritmi che non sono stati progettati per loro, correndo numerosi rischi. Inoltre, tra gli 11 e i 13 anni sono in aumento gli atti di cyberbullismo. Le ragazze sono più frequentemente vittime di atti di cyberbullismo, ma esiste anche una quota di “bulle“ che colpiscono le compagne per isolarle e deriderle soprattutto negli anni della pre-adolescenza, quando i tempi di crescita non sono uguali per tutte.

CONCLUSIONI

L’antidoto? Forse va cercato in due parole: l’esempio, in primis, che possiamo dare noi adulti ai giovano. Il secondo termine, di questi tempi anche abusato è l’empatia, da ’somministrare’ attraverso’ lezioni di educazione alle relazioni basate su rispetto e non violenza, in famiglia come a scuola, quest’ultima spesso impreparata a intercettare fenomeni come la violenza in Rete. Sapere è fondamentale, un sapere multidisciplinare e interdisciplinare che comprenda pedagogia di genere, educazione sessuale, psicologia, educazione civica e anche l’educazione al web e ai dispositivi digitali. Per navigare in Pace, al riparo dal veleno dell’odio.