anno 2023 2024      

 

In apertura della riunione il presidente ha annunciato il passaggio in remoto delle prossime riunioni, almeno per tutto febbraio, prendendo atto – insieme con i presidenti di area – che la partecipazione alle riunioni è molto calata a causa dell’incertezza epidemiologica.

In apertura della riunione il presidente ha annunciato il passaggio in remoto delle prossime riunioni, almeno per tutto febbraio, prendendo atto – insieme con i presidenti di area – che la partecipazione alle riunioni è molto calata a causa dell’incertezza epidemiologica. L’ing. Zurlo in due tempi, prima e dopo cena, ha illustrato caratteristiche, stato e prospettive dei lavori nel nodo ferroviario di Firenze dell’alta velocità (Schema Italferr In blu scuro il tunnel cittadino).

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L’infrastruttura comprende due importanti realizzazioni: la stazione sotterranea disegnata dall’arch. Foster nella zona Viale Redi – Viale Belfiore e il sottoattraversamento di circa 7 km della città sull’asse Rifredi - Fortezza – Campo di Marte.  E’ un progetto complicato e da tempo fermo per le note vicende, alcune anche giudiziarie. La grande fresa, tuttavia, è sempre efficiente (viene accesa regolarmente all’inizio del tunnel al Campo di Marte) e pronta a partire per compiere in sette anni l’intera galleria, in due canne, che realizza direttamente, scavo, sottrazione del materiale (avviato in treno alla antica miniera di Santa Barbara in Valdarno) e rivestimento/consolidamento in calcestruzzo, secondo una tecnica collaudata da imprese italiane in tutto il mondo, a 26 metri sotto la città, dove i treni viaggeranno a 100 km all’ora per non mettere a rischio la struttura urbana.

Un progetto vecchio di trent’anni, volto a liberare i binari di superficie a vantaggio del traffico ferroviario locale ma anche a sottrarre a Santa Maria Novella il suo ruolo di stazione terminale per attestare i treni ad alta velocità alla Foster collegata con un people mover (e con la già esistente tramvia). Zurlo, che ha sottolineato l’importanza del corridoio ferroviario Brennero – Mediterraneo di cui fa parte il nodo di Firenze, ha anche prospettato l’impegno di lavoro, rispetto ambientale e ricerca tecnologica che il progetto fiorentino, del valore di 3 miliardi, possiede e potrà mettere a disposizione del futuro, sempreché sia effettivamente realizzato perché la tecnica deve poi incontrare (e talvolta scontrarsi) con la burocrazia, la politica e la storia di un Paese complicato come il nostro.