anno 2023 2024      

 

Milanese, laureato in ingegneria meccanica al Politecnico, Giorgio Parmeggiani era arrivato a Firenze a poco più di quarant’anni, con un curriculum già straordinario, per assumere la direzione generale della ACET-SIME ed è nella nostra città che aderì al Rotary, vivendo poi tutto il resto della sua vita, accanto alla moglie Ida. E’ col pensiero a quest’uomo di successo e nello stesso tempo mite e cortese e alla sua bella famiglia che la presidente Cardinale ha ricordato in apertura dell’odierna riunione la scomparsa di Giorgio del quale ha sottolineato l’impegno rotariano.

Presidente nel 1987-88 si deve alla sua opera la creazione del percorso “100 Manager” che intraprese insieme con Romano Boretti. Dedicato ai giovani dell’ultimo anno del liceo, il progetto permetteva incontri con professionisti e dirigenti per favorire il loro orientamento universitario e lavorativo. Da quella esperienza nacque l’attuale progetto “100 Artigiani” che promuove la formazione di studenti del Liceo Artistico. Giorgio seppe dunque inserirsi a Firenze con tipica operosità lombarda e grande senso dello stare insieme. Tra i suoi ricordi più curiosi dell’incontro con la nostra città, l’attraversamento precipitoso, in macchina, proveniente da Roma, nella notte del 3-4 novembre 1966 mentre dilagava l’alluvione.

Passò da uno degli ultimi ponti aperti. Un’esperienza che condividevamo giacché mio padre fece lo stesso per raggiungerci a casa quella sera. Parlarne era l’occasione per rivedere una Firenze diversa dall’attuale, accogliente ed attiva, che seppe affrontare con coraggio le difficoltà, che pure le costarono tanti cambiamenti. Persone di tutta Italia vi si trovarono a proprio agio tanto da divenirne, come fu per Giorgio, attivi cittadini. In campo rotariano Parmeggiani fu, dopo la presidenza del Firenze Est, tra i promotori di altri club, impegnandosi in particolare nella costituzione del Valdisieve che nel 1994 fu lanciato dal nostro Mario Dorin. L’inizio degli anni novanta fu importante anche per la sua attività nell’azione internazionale. Giorgio assistette così alla inaugurazione dei club di Budapest in Ungheria e San Pietroburgo (quando ancora si chiamava Leningrado, in Russia) appena fu possibile la libertà di associazione nei rispettivi Paesi.

A Budapest Giorgio portò un fiorino d’oro (un segno che unisce Firenze all’Ungheria nel nome della moneta). Era il 24 gennaio 1990. Il Muro era caduto da meno di tre mesi e solo il 25 marzo 1990 si sarebbe votato liberamente, per la prima volta, in Ungheria.

Giorgio Parmeggiani fu un autentico pioniere rotariano in Patria e all’estero ma fu soprattutto un amico sincero di tutti noi.

Nell’intenso minuto di silenzio dedicato oggi a Giorgio Parmeggiani il riconoscimento a un uomo cui non era difficile voler bene.